martedì, maggio 08, 2007

50 di questi compleanni!

Prime date nella stagione teatrale 2007/2008 per IL COMPLEANNO di Harold Pinter.

Lo spettacolo andrà in scena dal 15 gennaio al 3 febbraio 2008 al Teatro Quirino di Roma, e vedrà Fausto in doppia veste di regista e di attore.

Lo affiancheranno Giuseppe Battiston e Ariella Reggio. Le scene e il disegno luci sono di Laura Benzi, i costumi di Sandra Cardini.

Lo spettacolo in tre atti è prodotto da Roberto Toni per il Teatro Stabile di Firenze, come già 28 anni fa per Carlo Cecchi. "Il compleanno" (The birthday party, 1958) è il primo lavoro di Pinter: fu trasmesso in tv nel 1960 rendendo il suo autore noto al grande pubblico.




Ariella Reggio e Giuseppe Battiston


"Attore, autore e regista anche cinematografico, Fausto Paravidino accoglie la sfida di mettere in scena IL COMPLEANNO, una delle prime opere scritte dal premio Nobel Harold Pinter. Questo spettacolo è l’omaggio di un giovane drammaturgo alla scrittura di un altrettanto “giovane” autore (Pinter scrisse questo testo nel ’57, a 27 anni), che Paravidino sente affine: «La prima cosa che ho letto è stata Il Compleanno. Ho percepito a orecchio la sua rivoluzione. Per la prima volta ho riconosciuto in una scrittura teatrale un parlato reale […] Ho cominciato a scrivere per il teatro copiando da Pinter. Continuo a scrivere per il teatro e continuo a copiare da Pinter».
Paravidino affronta questo allestimento partendo da un’unica idea, un ribaltamento generazionale rispetto al testo pinteriano, perché «l’attore che interpreta il perseguitato Stanley è un pochino più grande del suo persecutore Goldberg», specifica. Ed infatti Stanley avrà il volto di Giuseppe Battiston, accanto all’evanescente Meg di Ariella Reggio, mentre per sé il regista riserverà il ruolo del sadico Goldberg.
Un teatro “d’attori”, quindi, quello che piace a Paravidino che in questa occasione trova la misura ai silenzi pieni di Pinter, alle pause ed ai sottotesti della sua “musica da palcoscenico”. Questo testo anticipa gran parte delle tematiche del drammaturgo inglese: siamo in una stanza tranquilla e rassicurante, e da fuori arrivano le minacce a questa quiete, contaminano la scena a poco a poco e s’insinuano attraverso fessure invisibili. Un villain giunge da un luogo non precisato a rovesciare l’ordine del quotidiano, o forse a ripristinarlo, facendo emergere il malessere di tutti i personaggi, la loro doppia vita, la loro instabile condizione umana."
Special thanks: Patrizia Vallone

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