lunedì, agosto 13, 2007

Noccioline

Ho appena finito di inserire sul sito la lunghissima sfilza di Date di Noccioline nella prossima stagione.
Bene.
Spero che lo vedano in tanti, tantissimi. A dire il vero, sono ancora un po’ dispiaciuta per le (poche) poltrone vuote all’anteprima nazionale del luglio scorso ad Asti.


Certo che bisogna essere proprio dei gran zuzzerelloni per fare l'anteprima nazionale di NOCCIOLINE ad ASTI! Provate a cercare queste due parole in coppia su un qualsiasi motore di ricerca e "Paravidino" non comparirà neanche dopo la 10.a pagina!!! ...presenti esclusi, ovviamente... ;o)

Di quel giorno, ricordo il mio digrignare di denti alle due del pomeriggio in coda dalla Svizzera a Chiasso e il colpo secco nel chiudere la portiera –finalmente!- sotto un albero della Piazza Vittorio Alfieri. Ricordo di aver alzato la testa e di aver visto lo spettacolo irreale di una specie di Snoopy a righe rosse e blu, che attraversava velocemente la piazza, seguíto da un piccolo nugolo di amici-Woodstock, e scompariva attraverso i portici…
Storditi dall'inattesa apparizione, prendiamo la strada sbagliata, poi prendiamo un gelato, poi prendiamo nota delle indicazioni per arrivare al Teatro Vittorio Alfieri, che –ovviamente- non si trova in Piazza Vittorio Alfieri. Dove sarà?
Risata sgangherata e benedetta!! Ci siamo.
Fausto a righe rosse e blu è lì, al caffè davanti al teatro: elettrizzato, dinamico, felice.
Non so se è l’enorme gelato o la timidezza a impedirci di andare subito a stringergli la mano, fatto sta che è troppo bello stare lì, al riparo di un angolo, a guardarlo mentre fa il padrone di casa.
In quei momenti, è bene avere un webmaster che mi “striglia” per telefono, ingiungendomi di non cedere per nulla al mondo nè alla timidezza nè al potere soporifero che il gelato normalmente ha su di me... e finalmente rido anch’io.
Nel frattempo è arrivato
Valerio Binasco, accolto con calore: tante emozioni nel suo cuore, in quei giorni.. scompare quasi subito nell’atrio del Teatro, dove Marcella Crivellenti lavora attenta già da un po’.
Quando le luci in sala si spengono, la prima cosa che si nota è la presenza discreta ed elegante di una scultura a sagoma di televisore e un lavoro di luci pastello, esatto e raffinato, che ricorda immediatamente la serie dei Peanuts pubblicati dalla Eri/RAI negli anni '70.

Poi la scena si riempie di Beethoven per pianoforte, abitini da bambola, didascalie, e problematici pseudo-ragazzini dagli accenti più diversi.
Si succedono 23 quadri, quasi come fosse l'incompiuta di una giornata a cui manca un'ora per finire inevitabilmente in tragedia, o -forse- per ricominciare in un altro modo. Ore che si alternano tra chiacchericcio graffiante e mutismo eloquente, tra azione e rallenty, tra comicità e rabbia, tra logica ferrata e illogica prepotenza in una coralità dall'equilibrio perfetto.
Poi, la tensione è aumentata e la scena si è incupita. Sono comparse tracce di divise appartenenti a diversi momenti del nostro passato con cui non abbiamo ancora finito di fare i conti.
Stavolta non ha riso nessuno.
Non so se Fausto era contento di questo, forse eravamo tutti spettatori troppo "avvertiti" del come va a finire, troppo "smaliziati". Eppure, un'Alessia Bellotto strepitosa è riuscita a strapparci lo stesso un sorriso e un'applauso a scena aperta.
Di sicuro so che Fausto era "molto felice" per la bella prova che hanno dato gli attori (o sarebbe più giusto dire, i suoi amici?) e per l'allestimento che gli ha messo su Valerio, e del resto l'amore e l'attenzione con cui ha trattato il testo ed assegnato le parti sono chiaramente avvertibili.
E indimenticabili.

Special thanks: Marcella Crivellenti

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